Calendario 2017/2018
Orario delle Lezioni
19.00 – 20.00.
Luogo
via Prandina, 11 e 25.
Per ulteriori informazioni contattare la segreteria.
Quote di partecipazione al corso
€ 250,00 /trimestre + € 25,00 di Tessera Associativa
Lezioni di sitar per tutti i livelli, dal principiante allo studente già avviato.
Il corso prevede l’insegnamento della tecnica esecutiva, la manutenzione dello strumento, la teoria della musica dell’India settentrionale (Hindustani), il repertorio musicale e i principi formali dell’improvvisazione, cosí preponderante in questa tradizione.
Il Sitar è uno strumento utilizzato diffusamente nella musica classica indiana: ha venti corde, sette pizzicate, sopra e tredici di risonanza, al di sotto, che servono a creare una sonorità molto forte e dolce e un’atmosfera contemplativa.
È uno strumento di legno dotato di due zucche che fungono da casse di risonanza.
Il sitar si è sviluppato dalla “veena”, strumento ben più antico che possiamo ammirare in molte illustrazioni sacre.
SITAR (India Settentrionale) è uno strumento molto popolare in india.
La parola “Sitar” ha origini persiane e significa “tre corde” (seh, tre e tar, corda).
Nella sua forma contemporanea è costruito in legno (tek o mogano), metallo, osso e da una zucca. Il manico di legno, leggermente cavo, termina con una larga cassa di risonanza fatta con una zucca vuota.
E’ facile trovare una seconda zucca di risonanza attaccata all’altro lato del manico sul lato inferiore.
Il Sitar consiste di due livelli di corde fatte in acciaio, ottone e rame. Il ponte principale è fatto di corno di antilope e la sua forma leggermente curva contribuisce alla qualità tonale dello strumento.
La camera di risonanza (zucca) serve come base per la mano destra per bilanciare lo strumento.
Un plettro di filo metallico, chiamato mizrab, è indossato nel dito indice destro per pizzicare le corde del livello superiore.
La mano sinistra è usata per controllare la melodia.
E’ alla corte di Ala ud-din Khalji, sultano di Delhi (1296-1316), che troviamo il famoso poeta e musicista turco Amir Kusro, cui la tradizione indiana attribuisce il merito dell’invenzione del sitar.
Dato il particolare periodo di innesto di due culture diverse, la nascita del sitar e la sua storia sono coeve della nascita di un eterna diatriba fra la tradizione indiana e la tradizione musulmana, le quali vogliono entrambe rivendicare, come propria, l’origine di questo strumento e delle nuove forme musicali ad esso connesse.
Il sitar è membro del gruppo dei cordofoni e fa parte della famiglia dei liuti a pizzico con manico tastato.
Come il tanbur afghano esso è costituito da quattro parti distinte: la cavità di risonanza che nel tanbur è scolpita nel legno mentre nel sitar e costituita da una zucca; il manico cavo; la tavola armonica tagliata ed adattata alle dimensioni della zucca; la tastiera posta sul manico.
La particolarità del sitar, consiste nell’ uso della tecnica Mind ovvero l’uso della tensione laterale della corda che caratterizza il sitar come strumento indiano; questa tecnica è infatti solo ed unicamente indiana.